Palazzo Melatino può essere considerato il più importante esempio ancora esistente, di edificio signorile medievale della città di Teramo.
Una locazione del vescovo Silvestro del 22 settembre 1232, a favore di Matteo di Melatino e di Roberto della Torre con l’obbligo di fedeltà al Vescovo e di residenza, ed un atto del 1236 rogato nel palazzo Melatino, permettono di supporre che la casa fu comprata o edificata dalla nobile famiglia teramana in questi anni.
Come noto dalle fonti, tra il 1155 e il 1156 la città subì il famoso saccheggio e incendio da parte di Roberto, conte di Loretello, ribellatosi al re normanno Guglielmo I. Le conseguenze dell’incendio furono devastanti e comportarono grandi cambiamenti riguardanti l’assetto urbanistico della città e il documento dell’anno 1232 potrebbe rappresentare uno dei tentativi da parte del Vescovo di ripopolare la città distrutta dagli effetti dell’incendio.
Il Palazzo fu ricostruito nel 1372 da Roberto IV di Melatino come testimonia lo storico locale Palma citando uno stemma, oggi andato perduto, che si trovava sulla facciata e che recava un’iscrizione insieme all’albero di melo, emblema della famiglia.
L’edificio a si sviluppa su tre piani ed è caratterizzato, al pianterreno, da volte a crociera e resti di un antico portico con colonne in muratura, che sostengono arcate ad ogiva. Le finestre sono ad arco acuto e quattro di esse, che si aprono nella fascia mediana della facciata, sono rese bifore da eleganti colonnine divisorie tre delle quali sono tortili e, di queste, due rappresentano un serpente a testa di donna che le avvolge.
Oggi sono visibili solo la parte anteriore e quella posteriore del palazzo, con il giardino, mentre ai lati sono addossate costruzioni successive. Originariamente l’edificio era isolato, come testimoniano le cronache cittadine riferendo che durante una sommossa popolare del 1408 fu assediato su tre lati..
La varietà dei materiali di costruzione utilizzati testimonia i numerosi rifacimenti a cui il palazzo è stato sottoposto.
Di proprietà della famiglia Savini dal XIX fino al 1996, l’edificio è stato acquistato dalla Fondazione Tercas che, con lo scopo di farne propria sede ha avviato, a partire dal 2005 una serie di lavori di consolidamento e restauro che hanno permesso di restituire alla città di Teramo Palazzo Melatino tornato agli antichi fasti e, con il rinvenimento e la valorizzazione delle superfici musive pertinenti la precedente domus romana aggiungere un importante tassello alla storia urbanistica di Teramo.