Cronistoria del tetto
La costruzione del tetto e relativa copertura é stata realizzata nell’anno 1852 circa, in occasione dell’ampliamento del sacro edificio programmato e voluto dal parroco don Francesco Saverio Sebastiani di Giulianova. La copertura non subÏ alcuna modifica strutturale fino al 1957, allorché il parroco don Armando Dezii, con apposito comitato, procedette all’appalto dei lavori relativi alla sistemazione del tetto su progetto redatto dal geom. Floro Di Gaetano di Nereto, con invito a cinque ditte. I lavori furono affidati all’impresa Mario Minora con un ribasso del 6 % con sostituzione delle capriate di legno con putrelle di ferro. La spesa fu di £ 2.865.000.
Cronistoria del tetto
Nel 1915 circa, don Vincenzo Tanai fece costruire la volta non portante mediante un’intelaiatura in legno, incannucciata con impasto di scagliola e gesso, al fine di nascondere la struttura in legno a vista. Dal 1915 non é stato effettuato alcun intervento di ordinaria manutenzione per la conservazione del manufatto . Con il recente restauro é stata posta in opera, dopo la disinfestazione della struttura lignea, una calotta di materiale leggero costituito da una patina di malta liquida del tipo Ledan TBI e ACRL, per saturare ogni interstizio esistente tra l’incannucciata e la struttura lignea di sostegno. I lavori sono stati eseguiti a carico della Parrocchia mediante un fido acceso presso la locale Cassa di Risparmio, con regolare nulla osta della Curia Vescovile di Teramo. Il fido é in corso di estinzione. La Direzione dei Lavori é stata affidata all’ing. Marco Svizzero, coadiuvato nella mansione dall’Arch. Manuela Piersanti con funzione di direttore operativo. Prestazione a titolo gratuito. Nulla osta Soprintendenza n. 016546 del 01.10.2007
Nuova copertura
La copertura della Chiesa Madre di Nereto è costituita da una doppia falda sulla navata centrale e a falde ribassate su quelle laterali. I lavori di rifacimento della copertura, con miglioramento sismico, sono stati affidati in appalto alla Ditta Marcozzi Costruzioni s.r.l mentre il conferimento di vigilanza ispettiva è stato assegnato all’Arch. Cesira D’Innocenzo, Funzionario di Zona della Soprintendenza per la Provincia di Teramo, responsabile anche del procedimento. La Progettazione e Direzione dei Lavori è stata affidata all’Ing. Marco Svizzero, coadiuvato dall’Arch. Manuela Piersanti, con funzione di direttore operativo.
La copertura è stata realizzata con capriate di legno larice e relativa tessitura e si è provveduto anche all’isolamento termico, utilizzando il sistema Isotec prodotto dalla Brianza Plastica, garantendo anche il funzionamento termoigrometrico dell’intera copertura a salvaguardia dei cicli pittorici e degli ambienti sottostanti.
Il sistema di copertura e la tecnica operativa adottata è stata studiata dall’ing. Marco Svizzero e dal responsabile tecnico Augusto Di Berardino di Nereto, rappresentante della Brianza Plastica.liquida del tipo Ledan TBI e ACRL, per saturare ogni interstizio esistente tra l’incannucciata e la struttura lignea di sostegno. I lavori sono stati eseguiti a carico della Parrocchia mediante un fido acceso presso la locale Cassa di Risparmio, con regolare nulla osta della Curia Vescovile di Teramo. Il fido è in corso di estinzione. La Direzione dei Lavori è stata affidata all’ing. Marco Svizzero, coadiuvato nella mansione dall’Arch. Manuela Piersanti con funzione di direttore operativo. Prestazione a titolo gratuito. Nulla osta Soprintendenza n. 016546 del 01.10.2007
Volta
Lavoro eseguito da don Giuseppe Toscani dal 1927 fino al 1932. Nella parte centrale figurano tre figure: SPERANZA (manto verde e mano sull’ancora), FEDE (mano destra alzata con Calice e Ostia), CARITA’ (donna con bambini che sfama un mendico). Sulle lunette delle finestre ci sono le figure dei santi Francesco d’Assisi, s. Domenico, s. Teresa di Gesù.
Altare
Nel rifare i lavori dell’intonaco della zoccolatura, furono evidenziati i colori originali della chiesa, il parroco, a sue spese, restaurò questo altare e quello di S. Giuseppe dedicandoli alla memoria dei genitori. Se non fosse arrivata l’approvazione della soprintendenza, detti altari sarebbero stati ricoperti con la pittura grigia precedente.
Statua Immacolata: fu scolpita intorno al 1500: la data si desume da una iscrizione posta sul retro incavato della statua su cui era scritto che nel 1630 la medesima statua è stata restaurata per conto del barone Guidobaldi. Precedentemente era stata donata alla chiesa dai baroni Ranalli. Statua restaurata nel 1994 da “Studio d’Arte e Restauro” di Andrea Ippoliti da Senigallia
Navata centrale
La zona absidale raffigura il miracolo della Madonna della Consolazione del 1798: notare ai lati della Madonna le figure dei soldati francesi da una parte e delle milizie angeliche dall’altra. Questa zona fu restaurata nel 1999-2000 per opera della Fondazione Tercas dalla ditta F.D.M.di Ripa Teatina per una ammontare di L. 90.000.000 circa.
Portale in bronzo
Negli anni 80 circa fu abbattuto il palazzo antistante la chiesa madre: ciò rese visibile la chiesa nella sua maestosità dalla piazza principale del paese, ma portò a diretto contatto atmosferico (pioggia e sole) il portone d’ingresso della chiesa. In tredici anni furono consumati due portoni lignei. Si addivenne all’idea di fare un portone in bronzo. Esso fu ordinato alla “Domus Dei” di Albano Laziale L’allora arcivescovo di Teramo, mons. Vincenzo D’Addario approvò pienamente l’idea che prevedeva nell’anta sinistra l’immagine di S. Martino, in quella di destra l’immagine di S. Emidio, mentre alla sommità Ë riportata la Corona della Madonna con il paese all’interno da un logo ideato da Leonida Salmoiraghi e realizzato dal pittore Nando Perilli. La Domus Dei diede l’incarico del disegno al giovane scultore Pasquale Nava, nato a Messina nel 1973 e diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma nel 1995. Il portone, in bronzo scultoreo del titolo BZn7, largo m. 1,75 e alto m. 3,50, venne adornato con simboli mariani (stella, luna e rose), con lo stemma di Papa Giovanni Paolo II e quello dell’arcivescovo D’addario ed una scritta centrale “Respice Stellam, Voca Mariam”. Il costo dell’opera si aggira su Ä 35.000, 00 somma ricavata
dal lascito di Vincenza Di Silvestre e Lena Pizza, i cui nomi sono posti all’interno del portone in memoria. L’opera era pronta il 21.03.2007 ma Ë stata messa in opera il 04.02.09, dopo aver ottenuto il nulla osta della Soprintendenza alla Belle Arti.